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Le quattro soluzioni prevedono tutte l’utilizzo dell’icona in parte elaborata del mediterraneo, ma l’elemento fondamentale e significante è quello del sigillo che rappresenta quattro anelli intrecciati strettamente a formare una catena simboleggiante, la forza di una pacifica fratellanza. La scelta del numero degli anelli ovviamente non è casuale. Il numero quattro deriva il suo significato da molte fonti:
È il primo numero non primo; è il numero del tetraedro, la più semplice figura solida che ha quattro facce, è legato ai quattro punti cardinali (Nord, Sud, Ovest, Est). L’anno è diviso in quattro stagioni, i mesi hanno all’incirca quattro settimane.
Nella religione ebraica il quattro simboleggia il tetragramma biblico, che compone il nome di Dio e che sono tanto sacre da non poter essere pronunciate da nessuno.
La cerimonia del matrimonio ebraico avviene preferibilmente all’esterno, sotto un baldacchino di cui quattro angoli simboleggiano i quattro angoli della casa che gli sposi costruiranno per iniziare la loro vita nuziale.
Nella sua valenza positiva il quattro rappresenta l’essere pratico (o “terra terra”), mentre il fatto che sia il primo numero non primo lo lega a una personalità composita che trae idee da fonti diverse e, spesso in conflitto per elaborare un fiero modo di pensare “fuori dal coro”.
Più in specifico il vangelo di San Matteo è associato alla terra (giacché insiste sull’incarnazione del Cristo nella sua forma terrena), il vangelo di San Marco è associato all’acqua (poiché enfatizza l’importanza del battesimo), il vangelo di San Giovanni è associato al fuoco (giacché è quello più “spirituale”), mentre il vangelo di San Luca è associato all’aria (poiché è il più “lungo”).
Nella cultura islamica in genere l’inizio di ciascuna Salat è dato dall’annuncio (Adh….n), a cui si dedica uno speciale addetto chiamato Muezzin (Mu’adhdhin) il quale conosce con estrema precisione i momenti in cui scandire L’annuncio: tale adahn consiste nelle seguenti formule: “Dio è il più grande” (Allah Akbar), “venite alla preghiera” (hayy ‘ala as-salat), più la pronunzia della shahada, poi “venite alla salvezza” (hayy ‘ala al falah), “Dio è più grande” ( Allah Akbar) ripetuto quattro volte.
Un numero pregno di significati per tutti i popoli che si sono affacciati sulle sponde di questo mare ricco di tradizione e cultura.