Vulcano Marsili, il gigante sommerso nel Tirreno.

Vulcano Marsili, il gigante sommerso nel Tirreno. La mappa del rischio tsunamimarsili

L’allarme lanciato dall’Ingv sul possibile “risveglio” del vulcano sommerso preoccupa non solo i geologi. Settantadue maremoti, in passato, hanno già colpito le coste italiane. Ma finora nessuna precauzione è stata presa…

L’Italia è a rischio tsunami?

E’ vero che le coste italiane potrebbero essere colpite da tsunami?

«Di certo c’è che in qualunque istante potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire». Queste le parole pronunciate qualche giorno fa dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi, in relazione a possibile eventi franosi lungo i versanti del vulcano sommerso.

La montagna che svetta per 3000 metri dai fondali al largo delle isole Eolie non manca di preoccupare geologi e sismologi: difficile fare previsioni, ma l’Ingv sostiene che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso.
Il problema sono le possibili frane lungo i versanti: il cedimento delle pareti, infatti, muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza.

vulcano-marsiliCon i suoi 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza, il Marsili è il più grande vulcano d’Europa ed eventuali smottamenti lungo le sue falde, innescati da movimenti sismici, potrebbero causare un maremoto che si abbatterebbe nel giro di pochi minuti sulla costa campana, a soli 150 chilometri di distanza.

«Il dato preoccupante è che le aree costiere italiane a rischio da tsunami, già individuate con vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile» sostiene il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio dell’Università di Napoli.

Fa specie sentire parlare di tsunami nel mediterraneo, eppure Ortolani,  in studio avviato dopo il maremoto del 30 dicembre 2002 che interessò Stromboli, ha evidenziato che negli ultimi 2000 anni vi sono stati 72 movimenti anomali del mare che hanno interessato le coste italiane con diversa intensità.

I dati ufficiali forniti dallo Tsunamis research team, dall’Università di Bologna e dall’Ingv individuano le seguenti aree interessate: Liguria (14 eventi); Stretto di Messina, Sicilia Orientale, Calabria meridionale tirrenica, Isole Eolie (23 eventi); Adriatico (10 eventi); Golfo di Napoli (10 eventi); Toscana (3 eventi); Sicilia settentrionale (2 eventi); Sicilia meridionale (2 eventi); Calabria settentrionale ionica (1 evento); Lazio (1 evento).

«Un dato preoccupante – prosegue Ortolani – è rappresentato dall’evidenza che ben 18 tsunami del passato (di diversa importanza) sono avvenuti nei mesi estivi, quando centinaia di migliaia di persone distribuite lungo le coste e le spiagge. Alla luce del recente allarme lanciato dall’Ingv ci si dovrebbe aspettare un tempestivo intervento da parte del governo, un’interpellanza parlamentare sui rischi, qualche azione per introdurre le necessarie precauzioni… a questo punto auguriamoci, che i rappresentanti delle istituzioni non attendano il prossimo maremoto per avviare azioni di prevenzione». -(L.F.)

Che ne sarà del ponte se il Marsili si sveglia???

Il ponte sullo Stretto di Messina, per il quale sono già stati avviati i lavori preliminari, è stato concepito per unire la Sicilia con la Calabria, attraverso lo Stretto di Messina.

Stretto_di_messina_Il progetto preliminare dell’opera prevede il collegamento stabile tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia mediante la realizzazione di un ponte sospeso con due corsie stradali più una di emergenza per ogni senso di marcia e due binari di traffico ferroviario[11]. La lunghezza totale dell’impalcato sospeso è pari a 3.666 m.

La campata centrale del ponte prevista di 3.300 m e i due piloni alti 382,6 m (s.l.m.) posti sulle sponde superano il record mondiale attuale di altezza detenuto dal Viadotto di Millau in Francia con 341 metri. L’impalcato del ponte sarà sospeso a quattro cavi d’acciaio del diametro di 1,24 metri e della lunghezza di 5.300 metri.

Lo schema statico del ponte sospeso è quello classico di tipo deformabile (senza travata irrigidente) con una catenaria fortemente ribassata (rapporto freccia-luce pari a 1/11). Un elemento di novità del progetto si può riscontrare nell’impalcato a tre cassoni (due sostengono le carreggiate stradali e uno sostiene i binari ferroviari), soluzione che offre la minima superficie esposta al vento e un coefficiente di portanza molto basso minimizzando così i rischi di flutter (sventolio). Per contro, secondo alcuni, questa tipologia di impalcato offre una rigidezza flessionale e torsionale pressoché nulla, rendendo l’impalcato molto deformabile sotto l’azione dei carichi mobili e del vento. Infatti gli spostamenti massimi previsti dal calcolo, sia verticali che orizzontali, sono dell’ordine di diversi metri con pendenze longitudinali massime circa pari al 2% e trasversali circa pari al 10%.

Il progetto prevede che l’opera resista senza danni strutturali a sollecitazioni sismiche fino a magnitudo 7,1 (pari a quello del Terremoto di Messina del 1908) e a venti di 216 km/h

La capacità di smaltimento del traffico è stata calcolata in circa 6.000 – 9.000 automezzi all’ora e 200 treni al giorno. I lavori per la costruzione del ponte includono, ovviamente, la realizzazione di collegamenti con le esistenti strutture viarie e ferroviarie, ovvero l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Messina-Catania, la Messina-Palermo e la ferrovia ad Alta Capacità che dovrebbe collegare in futuro Napoli e Reggio C. con un prolungamento fino a Palermo.

onte_di_messinaL’opera supererà di gran lunga tutti i record mondiali per i ponti sospesi. Il record attuale per la maggiore luce libera scavalcata spetta al ponte sospeso a tre luci giapponese di Akashi-Kaikyō (altezza dei piloni 283 m, lunghezza totale del ponte 3.911 m).

Esso è un ponte stradale a tre corsie per ogni senso di marcia; la sede ferroviaria, inizialmente prevista, fu abolita in fase di costruzione (non sono chiari i motivi di questa modifica); la campata centrale misura ben 1.991m (pari al 60,33% di quella prevista per il ponte di Messina). Il record mondiale attuale della maggiore luce libera scavalcata per un ponte stradale e ferroviario spetta invece al ponte sospeso cinese Tsing Ma Bridge, in Hong Kong, che scavalca una luce centrale di 1.377 metri (pari al 42% di quella prevista per il ponte di Messina), con piloni alti 206 metri. Esso è il settimo ponte sospeso per luce libera del mondo ma è il primo capace di sopportare sei corsie di traffico stradale e due binari di traffico ferroviario.

La campata record del ponte italiano supererebbe quindi del 65,74% la più lunga luce, solo stradale, mai realizzata finora, mentre rispetto al più grande ponte stradale e ferroviario fino ad ora realizzato essa comporterebbe un “salto tecnico” più che doppio.

post-g.m.s

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